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Come vincere un dibattito - i 5 ingredienti

11/11/2015

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Volete sapere come vincere un dibattito?
In questo video racconto la mia esperienza come allenatore in dibattito della squadra “Le mucche lilla” dell’istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa di Montefiascone, vincitrice del campionato nazionale di dibattito.

Come fare un dibattito? Beh, non è semplice! Leggendo questa storia troverete molte informazioni ma se vorrete riceverne delle altre, dove venga spiegato in forma più approfondita come fare un dibattito, potete lasciare la vostra domanda nel box dei commenti. Vi assicuro che, non appena possibile, riceverete la mia video-risposta.

Ma adesso non siete curiosi di conoscere i cinque ingredienti che ci hanno permesso di vincere un dibattito?
Qualche settimana fa con la squadra “la mucche lilla” dell’istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa di Montefiascone ci siamo presi una bella soddisfazione.

Abbiamo vinto il torneo nazionale di dibattito!
Esatto, siamo arrivati primi alla competizione di dibattito organizzata dall’associazione We World a cui hanno partecipato 60 squadre provenienti dagli istituti di tutta Italia.

Se guardate la foto alle mie spalle [metti foto] il più felice sembro essere io, l’allenatore delle “mucche lilla”, ma posso assicurarvi che la gioia era condivisa perché per vincere una competizione come questa devi avere un grande gruppo.

In questo video voglio lasciarvi la mia opinione sulle dinamiche che ci hanno portato alla vittoria:
  1. Avere una preside, dei professori ed un istituto che hanno creduto nel progetto
  2. Avere un gruppo di ragazzi che aveva voglia di divertirsi
  3. Essere capaci di adottare un differente punto di vista
  4. Avere voglia di migliorarsi
  5. Saper socializzare

1. Avere una preside, dei professori ed un istituto che hanno creduto nel progetto

Qualche estate fa me ne stavo all’ombra di un chiosco sulla spiaggia della Barceloneta bevendo un mojito. Davanti a me mare, sole e tanti ragazzi.
Mentre li guardavo pensavo “ma nelle scuole gli insegnano a parlare in pubblico?”

Sono tornato a casa, ho acceso il computer e “sorpresa!” avevo trovato un nuovo mercato dove proporre i miei corsi. Così mi metto al lavoro ed inizio a preparare un progetto di Public Speaking che invio a moltissimi istituti.

Mentre aspettavo che mi rispondessero pensavo “ora come farò a gestire tutte queste richieste?”. Passa un giorno, ne passano due, tre ma... niente. Dopo una settimana mi decido a telefonare alle scuole per capire perché non erano interessate. I presidi con cui ho parlato mi hanno spiegato che “ai ragazzi non serve parlare in pubblico, già lo fanno quando vengono interrogati”.

No comment!

Vi ricordate cosa è accaduto 20 anni fa quando arrivarono i primi personal computer. Ci furono delle scuole in cui i presidi che ebbero visione di come sarebbe andato il mondo inserirono dei corsi di informatica, altri rimasero ancorati ai vecchi schemi. Qualche anno dopo l’interesse per l’informatica dilagò. Gli istituti che avevano individuato la nuova tendenza incrementarono il numero di iscritti, al resto rimasero le briciole.

Nel mio caso ho avuto la fortuna di conoscere alcuni presidi dotati di visione ed uno di questi è Maria Rita. Lei ha creduto in me, nel mio progetto e di questo Maria Rita te ne sono veramente grato.

La prima volta che entro all’Istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa di Montefiascone, Maria Rita mi dice “Riccardo, ti presento la professoressa Tortolini che ti aiuterà nell’organizzazione del corso”. Quando vi dico che sono un ragazzo fortunato mi riferisco ad incontri come questo. Con Alberta, la professoressa Tortolini, è stato amore a prima vista. Sto scherzando! Alberta è una persona di una pazienza ed una tranquillità infinita. Se c’è un problema tipo “Alberta il bidello mi ha detto che la stanza non è disponibile” lei ti risponde “non ti preoccupare Riccardo, ne troviamo un’altra”. È lei che ha organizzato gli incontri, i dibattiti e i viaggi della squadra. In pratica ha gestito tutto lei! Grazie Alberta!
​

All’istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa ho trovato anche molti professori ed ex professori, disponibilissimi a collaborare lasciandomi qualche ora o partecipando come giudici alle nostre prove. E non mi dimentico dei ragazzi che sono stati il nostro pubblico e ci hanno lasciato consigli ed opinioni. Grazie ragazzi, grazie a tutti!

2. Avere un gruppo di ragazzi che aveva voglia di divertirsi

Immagine
La seconda cosa che ci ha permesso di vincere questo campionato di dibattito è stata la squadra, i ragazzi, gli oratori.

Mi ricordo ancora. Al nostro primo incontro mi sono domandato “ed ora come li convinco a partecipare?”. Pensate, quando ci siamo conosciuti nessuno di loro voleva mettersi in piedi davanti ai compagni e parlare. Dibattere dopo qualche mese a Milano di fronte a degli sconosciuti era impensabile.

Poi è scattata la magia. Abbiamo iniziato a divertirci, loro hanno provato una volta, due volte tre volte a parlare in pubblico e sono iniziate le prime prove di dibattito, le prime sfide ed all’improvviso si sono trovati in finale.

Quando gli ho detto “Ragazzi, siete stati bravissimi, adesso è arrivato il momento di andare a Milano e giocarci tutto” mi hanno guardato e mi hanno detto “No, noi ci vergognamo!”.

Guardate questa foto, vi sembrano persone che si vergognano? Dovevate sentirli alla fine del dibattito, durante l’intervista, come parlavano davanti ad una sala gremita di gente!

La squadra delle “mucche lilla” è più numerosa, ma in questo video voglio ringraziare quei sei ragazzi che hanno avuto il coraggio, la forza o l’incoscienza, scegliete voi, di provare a giocarsi la finale a Milano. Grazie a Lorenzo, Aurora, Silvia, Valeria, Marianna e Giorgia.
Ragazzi siete stati grandissimi! Dico sul serio, grandissimi!

3. Essere capaci di adottare un differente punto di vista

La terza cosa che ci ha aiutato a vincere è stata la capacità di adottare un differente punto di vista. Con questo non mi sto riferendo solamente ad analizzare la tesi dell’avversario.

Mentre facevamo le nostre prove di dibattito di fronte a professori, studenti e genitori che facevano da giudici, ci siamo resi conto che i loro giudizi si basavano principalmente su due aspetti. Retorica e logica. Ovvero la capacità di saper comunicare in modo efficace, coinvolgendo il pubblico e la capacità di presentare tesi valide ed affidabili, ricche di dati, fonti e statistiche. Su logica e retorica abbiamo preparato i nostri interventi per la competizione.

4. Avere voglia di migliorarsi

Il quarto fattore di successo è stata la voglia di migliorarci.
Alla fine di ogni prova chiedevamo ai giudici di dirci quello che stavamo facendo bene e quello che avremmo dovuto migliorare.
Sapere che ci sono degli ambiti in cui siamo preparati è importante, ma ritenersi perfetti rappresenta un ostacolo al miglioramento. Per questo motivo chiedevamo di lasciarci un feedback anche su quello che avremmo potuto migliorare.

5. Saper socializzare

Ed infine, il quinto fattore determinante ed inaspettato che ci ha aiutato a vincere la competizione è stato lo spirito di collaborazione.
Non mi riferisco solamente alla collaborazione tra i membri della squadra “le mucche lilla”, quanto ad un aiuto esterno. Quindi un grazie è rivolto ai tutti i ragazzi degli istituti giulio cesare di roma, Leonardo da Vinci di Pontremoli, IPSEOA Otranto che hanno condiviso con noi le loro ricerche e ci hanno aiutato a provare i nostri interventi di dibattito.

Riassumendo posso dirvi che questi sono stati a mio parere i 5 fattori che hanno fatto la differenza
  1. Avere una preside, dei professori ed un istituto che hanno creduto nel progetto
  2. Avere un gruppo di ragazzi che avevano voglia di divertirsi
  3. Essere capaci di adottare un differente punto di vista
  4. Avere voglia di migliorarsi
  5. Saper socializzare

Ma adesso vi chiederete “a te Riccardo, cosa ti è rimasto di questa esperienza?”

Vedete, ho avuto il piacere di vincere due campionati di public speaking in spagna, il primo nel 2012 ed il secondo nel 2013. Sono state due esperienze bellissime ma posso assicurarvi che la vittoria più bella è stata questa come allenatore delle “mucche lilla”.

In questa avventura ho imparato che amo lavorare in un gruppo.
Il gruppo ti obbliga a non essere egoista ma pensare al bene comune. Con il gruppo condividi dubbi, cerchi soluzioni, e quando subisci una sconfitta devi trovare nuovi stimoli per aiutare i compagni a rimettersi in piedi e poi magari ci scappa una vittoria. Ma questa è un’effetto collaterale, è tutto il resto cìò che conta.

Vincere in gruppo è più bello perché quando è la squadra a farlo c’è più gusto a celebrare. Gli abbracci che dai e ricevi sono indimenticabili e tra te e queste persone si creerà un legame indissolubile, e  tra 20, 30 40 anni quando vi rivedrete avrete questo bel ricordo ad unirvi.

Dedico questo video a Maria Rita che ha creduto in me ed in questo progetto, lo dedico ad Alberta per la sua pazienza e per lo spirito di collaborazione. Lo dedico a Lorenzo, Aurora, Silvia, Marianna, Giorgia e Valeria che ci hanno messo il cuore e ci hanno portato a raggiungere questo traguardo. Lo dedico a tutto l’isituto Dalla Chiesa di Montefiascone che ci ha appoggiato.

Ed infine lo dedico a tutte quelle persone che nella loro vita cercano sempre di dare il massimo!
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