COME FARE A VINCERE UN DIBATTITO
Qualche settimana fa con la squadra “la mucche lilla” dell’istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa di Montefiascone ci siamo presi una bella soddisfazione. Abbiamo vinto il torneo nazionale di dibattito! Esatto, siamo arrivati primi alla competizione di dibattito organizzata dall’associazione We World a cui hanno partecipato 60 squadre provenienti dagli istituti di tutta Italia.
Se guardate questa foto il più felice sembro essere io, l’allenatore del “le mucche lilla”, ma posso assicurarvi che la gioia era condivisa perché per vincere una competizione come questa devi avere un grande gruppo.
Se volete sapere come fare a vincere un dibattito in questo articolo troverete le mie opinioni relative alle dinamiche che ci hanno portato alla vittoria:
Se volete ricevere altre informazioni relative al dibattito nelle scuole potete visitate questa pagina "come fare un dibattito" o acquistare il libro "Insegnare a dibattere"
Se guardate questa foto il più felice sembro essere io, l’allenatore del “le mucche lilla”, ma posso assicurarvi che la gioia era condivisa perché per vincere una competizione come questa devi avere un grande gruppo.
Se volete sapere come fare a vincere un dibattito in questo articolo troverete le mie opinioni relative alle dinamiche che ci hanno portato alla vittoria:
- Come fare a vincere un dibattito - Preside, professori ed istituto che credono nel progetto
- Come fare a vincere un dibattito - Un gruppo di ragazzi che ha voglia di divertirsi
- Come fare a vincere un dibattito - Adottare un punto di vista differente
- Come fare a vincere un dibattito - Avere voglia di migliorarsi
- Come fare a vincere un dibattito - Saper socializzare
Se volete ricevere altre informazioni relative al dibattito nelle scuole potete visitate questa pagina "come fare un dibattito" o acquistare il libro "Insegnare a dibattere"
1. Come fare a vincere un dibattito - Preside, professori ed istituto che credono nel progetto
Qualche estate fa me ne stavo all’ombra di un chiosco sulla spiaggia della Barceloneta bevendo un mojito. Davanti a me mare, sole e tanti ragazzi.
Mentre li guardavo pensavo “ma nelle scuole gli insegnano a parlare in pubblico?”
Sono tornato a casa, ho acceso il computer e “sorpresa!” avevo trovato un nuovo mercato dove proporre i miei corsi di public speaking. Così mi metto al lavoro ed inizio a preparare un progetto di Public Speaking e Dibattito che invio a moltissimi istituti.
Mentre aspettavo che mi rispondessero pensavo “ora come farò a gestire tutte queste richieste?”. Passa un giorno, ne passano due, tre ma... niente. Dopo una settimana mi decido a telefonare alle scuole per capire perché non erano interessate. I presidi con cui ho parlato mi hanno spiegato che “ai ragazzi non serve parlare in pubblico, già lo fanno quando vengono interrogati”.
No comment!
Vi ricordate cosa è accaduto 20 anni fa quando arrivarono i primi personal computer. Ci furono delle scuole in cui i presidi che ebbero visione di come sarebbe andato il mondo inserirono dei corsi di informatica, altri rimasero ancorati ai vecchi schemi. Qualche anno dopo l’interesse per l’informatica dilagò. Gli istituti che avevano individuato la nuova tendenza incrementarono il numero di iscritti, al resto rimasero le briciole.
Nel mio caso ho avuto la fortuna di conoscere alcuni presidi dotati di visione ed uno di questi è Maria Rita. Lei ha creduto in me, nel mio progetto e di questo Maria Rita te ne sono veramente grato. La prima volta che entro all’Istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa di Montefiascone, Maria Rita mi dice “Riccardo, ti presento la professoressa Tortolini che ti aiuterà nell’organizzazione del corso”. Quando vi dico che sono un ragazzo fortunato mi riferisco ad incontri come questo. Con Alberta, la professoressa Tortolini, è stato amore a prima vista. Alberta è una persona di una pazienza ed una tranquillità infinita. Se c’è un problema tipo “Alberta il bidello mi ha detto che la stanza non è disponibile” lei ti risponde “non ti preoccupare Riccardo, ne troviamo un’altra”. È lei che ha organizzato gli incontri, i dibattiti e i viaggi della squadra. In pratica ha gestito tutto lei! Grazie Alberta!
All’istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa ho trovato anche molti professori ed ex professori, disponibilissimi a collaborare lasciandomi qualche ora o partecipando come giudici alle nostre prove. E non mi dimentico dei ragazzi che sono stati il nostro pubblico e ci hanno lasciato consigli ed opinioni. Grazie ragazzi, grazie a tutti!
Mentre li guardavo pensavo “ma nelle scuole gli insegnano a parlare in pubblico?”
Sono tornato a casa, ho acceso il computer e “sorpresa!” avevo trovato un nuovo mercato dove proporre i miei corsi di public speaking. Così mi metto al lavoro ed inizio a preparare un progetto di Public Speaking e Dibattito che invio a moltissimi istituti.
Mentre aspettavo che mi rispondessero pensavo “ora come farò a gestire tutte queste richieste?”. Passa un giorno, ne passano due, tre ma... niente. Dopo una settimana mi decido a telefonare alle scuole per capire perché non erano interessate. I presidi con cui ho parlato mi hanno spiegato che “ai ragazzi non serve parlare in pubblico, già lo fanno quando vengono interrogati”.
No comment!
Vi ricordate cosa è accaduto 20 anni fa quando arrivarono i primi personal computer. Ci furono delle scuole in cui i presidi che ebbero visione di come sarebbe andato il mondo inserirono dei corsi di informatica, altri rimasero ancorati ai vecchi schemi. Qualche anno dopo l’interesse per l’informatica dilagò. Gli istituti che avevano individuato la nuova tendenza incrementarono il numero di iscritti, al resto rimasero le briciole.
Nel mio caso ho avuto la fortuna di conoscere alcuni presidi dotati di visione ed uno di questi è Maria Rita. Lei ha creduto in me, nel mio progetto e di questo Maria Rita te ne sono veramente grato. La prima volta che entro all’Istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa di Montefiascone, Maria Rita mi dice “Riccardo, ti presento la professoressa Tortolini che ti aiuterà nell’organizzazione del corso”. Quando vi dico che sono un ragazzo fortunato mi riferisco ad incontri come questo. Con Alberta, la professoressa Tortolini, è stato amore a prima vista. Alberta è una persona di una pazienza ed una tranquillità infinita. Se c’è un problema tipo “Alberta il bidello mi ha detto che la stanza non è disponibile” lei ti risponde “non ti preoccupare Riccardo, ne troviamo un’altra”. È lei che ha organizzato gli incontri, i dibattiti e i viaggi della squadra. In pratica ha gestito tutto lei! Grazie Alberta!
All’istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa ho trovato anche molti professori ed ex professori, disponibilissimi a collaborare lasciandomi qualche ora o partecipando come giudici alle nostre prove. E non mi dimentico dei ragazzi che sono stati il nostro pubblico e ci hanno lasciato consigli ed opinioni. Grazie ragazzi, grazie a tutti!
2. Come fare a vincere un dibattito - Un gruppo di ragazzi che ha voglia di divertirsi
La seconda cosa che ci ha permesso di vincere il campionato dibattito è stata la squadra, i ragazzi, gli oratori.
Mi ricordo ancora. Al nostro primo incontro mi sono domandato “ed ora come li convinco a partecipare?”. Pensate, quando ci siamo conosciuti nessuno di loro voleva mettersi in piedi davanti ai compagni e parlare. Dibattere dopo qualche mese a Milano di fronte a degli sconosciuti era impensabile.
Poi è scattata la magia. Abbiamo iniziato a divertirci, loro hanno provato una volta, due volte tre volte a parlare in pubblico e sono iniziate le prime prove di dibattito, le prime sfide ed all’improvviso si sono trovati in finale.
Quando gli ho detto “Ragazzi, siete stati bravissimi, adesso è arrivato il momento di andare a Milano e giocarci tutto” mi hanno guardato e mi hanno detto “No, noi ci vergognamo a parlare in pubblico!”.
Dovevate sentirli alla fine del dibattito, durante l’intervista, come parlavano davanti ad una sala gremita di gente!
La squadra delle “mucche lilla” è più numerosa, ma in questo video voglio ringraziare quei sei ragazzi che hanno avuto il coraggio, la forza o l’incoscienza (scegliete voi) di provare a giocarsi la finale a Milano. Grazie a Lorenzo, Aurora, Silvia, Valeria, Marianna e Giorgia. Ragazzi siete stati grandissimi! Dico sul serio, grandissimi!
Mi ricordo ancora. Al nostro primo incontro mi sono domandato “ed ora come li convinco a partecipare?”. Pensate, quando ci siamo conosciuti nessuno di loro voleva mettersi in piedi davanti ai compagni e parlare. Dibattere dopo qualche mese a Milano di fronte a degli sconosciuti era impensabile.
Poi è scattata la magia. Abbiamo iniziato a divertirci, loro hanno provato una volta, due volte tre volte a parlare in pubblico e sono iniziate le prime prove di dibattito, le prime sfide ed all’improvviso si sono trovati in finale.
Quando gli ho detto “Ragazzi, siete stati bravissimi, adesso è arrivato il momento di andare a Milano e giocarci tutto” mi hanno guardato e mi hanno detto “No, noi ci vergognamo a parlare in pubblico!”.
Dovevate sentirli alla fine del dibattito, durante l’intervista, come parlavano davanti ad una sala gremita di gente!
La squadra delle “mucche lilla” è più numerosa, ma in questo video voglio ringraziare quei sei ragazzi che hanno avuto il coraggio, la forza o l’incoscienza (scegliete voi) di provare a giocarsi la finale a Milano. Grazie a Lorenzo, Aurora, Silvia, Valeria, Marianna e Giorgia. Ragazzi siete stati grandissimi! Dico sul serio, grandissimi!
3. Come fare a vincere un dibattito - Adottare un punto di vista differente
La terza cosa che ci ha fatto vincere il dibattito è stata la capacità di adottare un differente punto di vista. Con questo non mi sto riferendo solamente ad analizzare la tesi dell’avversario.
Mentre facevamo le nostre prove di dibattito di fronte a professori, studenti e genitori che facevano da giudici, ci siamo resi conto che i loro giudizi si basavano principalmente su due aspetti. Retorica e logica. Ovvero la capacità di saper comunicare in modo efficace, coinvolgendo il pubblico e la capacità di presentare tesi valide ed affidabili, ricche di dati, fonti e statistiche. Su logica e retorica abbiamo preparato i nostri interventi per la competizione.
Mentre facevamo le nostre prove di dibattito di fronte a professori, studenti e genitori che facevano da giudici, ci siamo resi conto che i loro giudizi si basavano principalmente su due aspetti. Retorica e logica. Ovvero la capacità di saper comunicare in modo efficace, coinvolgendo il pubblico e la capacità di presentare tesi valide ed affidabili, ricche di dati, fonti e statistiche. Su logica e retorica abbiamo preparato i nostri interventi per la competizione.
4. Come fare a vincere un dibattito - Avere voglia di migliorarsi
Il quarto fattore di successo è stata la voglia di migliorarci.
Alla fine di ogni prova chiedevamo ai giudici di dirci quello che stavamo facendo bene e quello che avremmo dovuto migliorare.
Sapere che ci sono degli ambiti in cui siamo preparati è importante, ma ritenersi perfetti rappresenta un ostacolo al miglioramento. Per questo motivo chiedevamo di lasciarci un feedback anche su quello che avremmo potuto migliorare.
Alla fine di ogni prova chiedevamo ai giudici di dirci quello che stavamo facendo bene e quello che avremmo dovuto migliorare.
Sapere che ci sono degli ambiti in cui siamo preparati è importante, ma ritenersi perfetti rappresenta un ostacolo al miglioramento. Per questo motivo chiedevamo di lasciarci un feedback anche su quello che avremmo potuto migliorare.
5. Come fare a vincere un dibattito - Saper socializzare
Ed infine, il quinto fattore determinante ed inaspettato che ci ha fatto vincere la competizione nazionale di dibattito è stato lo spirito di collaborazione.
Non mi riferisco solamente alla collaborazione tra i membri della squadra “le mucche lilla”, quanto ad un aiuto esterno. Quindi un grazie è rivolto ai tutti i ragazzi degli istituti "Giulio Cesare" di roma, "Leonardo da Vinci" di Pontremoli, "IPSEOA" di Otranto che hanno condiviso con noi le loro ricerche e ci hanno aiutato a provare i nostri interventi di dibattito.
Non mi riferisco solamente alla collaborazione tra i membri della squadra “le mucche lilla”, quanto ad un aiuto esterno. Quindi un grazie è rivolto ai tutti i ragazzi degli istituti "Giulio Cesare" di roma, "Leonardo da Vinci" di Pontremoli, "IPSEOA" di Otranto che hanno condiviso con noi le loro ricerche e ci hanno aiutato a provare i nostri interventi di dibattito.
Conclusioni su come fare a vincere un dibattito
Riassumendo posso dirvi che questi sono stati a mio parere i 5 fattori che hanno fatto la differenza:
Ma adesso vi chiederete “a te Riccardo, cosa ti è rimasto di questa esperienza?”
Vedete, io mi diverto ad insegnare alle persone a superare la paura di parlare in pubblico, accresco il loro livello di autostima indispensabile a parlare in pubblico, ma insegnare ai ragazzi si è rivelato qualche cosa di diverso.
Con loro ho condiviso dubbi, soluzioni, sconfitte e vittorie. Ma queste ultime sono un "effetto collaterale", è tutto il resto ciò che conta!
Vincere in gruppo è più bello perché quando è la squadra a farlo c’è più gusto a celebrare. Gli abbracci che dai e ricevi sono indimenticabili e tra te e queste persone si creerà un legame indissolubile, e tra 20, 30 40 anni quando vi rivedrete avrete questo bel ricordo ad unirvi.
Dedico questo video a Maria Rita che ha creduto in me ed in questo progetto, lo dedico ad Alberta per la sua pazienza e per lo spirito di collaborazione. Lo dedico a Lorenzo, Aurora, Silvia, Marianna, Giorgia e Valeria che ci hanno messo il cuore e ci hanno portato a raggiungere questo traguardo. Lo dedico a tutto l’istituto Dalla Chiesa di Montefiascone che ci ha appoggiato. Ed infine lo dedico a tutte quelle persone che nella loro vita cercano sempre di dare il massimo!
- Come fare a vincere un dibattito - Preside, professori ed istituto che credono nel progetto
- Come fare a vincere un dibattito - Un gruppo di ragazzi che ha voglia di divertirsi
- Come fare a vincere un dibattito - Adottare un punto di vista differente
- Come fare a vincere un dibattito - Avere voglia di migliorarsi
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Ma adesso vi chiederete “a te Riccardo, cosa ti è rimasto di questa esperienza?”
Vedete, io mi diverto ad insegnare alle persone a superare la paura di parlare in pubblico, accresco il loro livello di autostima indispensabile a parlare in pubblico, ma insegnare ai ragazzi si è rivelato qualche cosa di diverso.
Con loro ho condiviso dubbi, soluzioni, sconfitte e vittorie. Ma queste ultime sono un "effetto collaterale", è tutto il resto ciò che conta!
Vincere in gruppo è più bello perché quando è la squadra a farlo c’è più gusto a celebrare. Gli abbracci che dai e ricevi sono indimenticabili e tra te e queste persone si creerà un legame indissolubile, e tra 20, 30 40 anni quando vi rivedrete avrete questo bel ricordo ad unirvi.
Dedico questo video a Maria Rita che ha creduto in me ed in questo progetto, lo dedico ad Alberta per la sua pazienza e per lo spirito di collaborazione. Lo dedico a Lorenzo, Aurora, Silvia, Marianna, Giorgia e Valeria che ci hanno messo il cuore e ci hanno portato a raggiungere questo traguardo. Lo dedico a tutto l’istituto Dalla Chiesa di Montefiascone che ci ha appoggiato. Ed infine lo dedico a tutte quelle persone che nella loro vita cercano sempre di dare il massimo!
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